Secondo l’antica arte culinaria nipponica il cibo, come tutti gli altri aspetti della vita, deve entrare in armonia con la natura e seguire l’alternanza dei periodi dell’anno

 

La cultura culinaria giapponese contemporanea affonda le sue radici nell’epoca del nostro Medioevo, quando la contaminazione con le tradizioni della vicina Cina diede vita a una singolare integrazione tra usi locali e principi buddisti cinesi.

Tuttavia, fu con la fine dell’influenza imperiale d’oltremare e con l’affermazione della società feudale nipponica, destinata a durare per secoli, che ebbe inizio il periodo più florido per la cultura del Giappone, amante dell’eleganza e della raffinatezza delle forme. In particolare, per il popolo giapponese è molto importante la comunione dell’essere con l’armonia della natura: un principio che deve essere rispettato sempre, anche in cucina.

Shun No Aji, infatti, è il “sapore delle stagioni”. Un’antica tradizione che intende salvaguardare il gusto degli chef locali per i cibi e i piatti stagionali.

Chi vorrà davvero provare l’esperienza della cucina del Sol Levante, saprà già cosa attendersi dalle quattro stagioni. Si comincia con la primavera: condita dall’aria frizzantina che scende dalle montagne, essa è rinomata per la fioritura di diverse erbe alpine e per il germoglio di bambù, che in questo periodo può essere assaporato appena colto.

Osechi

Si prosegue con l’estate, che in Giappone è calda e umida ed esige, perciò, piatti rinfrescanti, non a caso serviti su stoviglie di vetro cristallino. I tofuu e i soumen, la caratteristica pasta a forma di vermicello bianco, spesso sono proposti con accompagnamento di salsa di soia e cubetti di ghiaccio.

Poi, arriva l’autunno, la stagione più bella di tutte, quando la temperatura mite incoraggia la famosa fioritura degli alberi di ciliegio e attira a questo spettacolo naturale moltissimi giapponesi, che festeggiano l’avvenimento gustando il riso, fresco di raccolto, con l’accompagnamento di funghi, castagne o patate dolci.

L’anno si chiude in grande con l’inverno, che porta con sé la ricorrenza della festa di Capodanno. Per questa importante festa, che richiama ai rispettivi paesi migliaia di persone residenti nelle metropoli, le famiglie riunite assaporano l’Osechi. Servito all’interno di caratteristiche scatole quadrate di legno laccato e a più strati, si tratta di un piatto unico a base di sardine, frittate, orate, radici di loto, uova di pesce, fagioli neri e foglie di alga.