La cucina giapponese ha letteralmente conquistato il palato degli italiani, ormai molto pratici nell’utilizzo delle bacchette per apprezzare i piatti tipici del Sol levante. Si parla perfino di “sushi-mania”, un termine che spiega il successo di questo vero e proprio fenomeno fondato non solo sulla bontà dei prodotti, ma anche sulla prevalenza di ingredienti genuini e leggeri, senza tralasciare l’estetica.

Quando parliamo di sushi, che in giapponese significa “aspro”, facciamo riferimento ad una pietanza a base di riso a cui vengono abbinati altri ingredienti come il salmone, il tonno, l’orata, il branzino ed il polpo. Ma non solo pesce, esistono anche le versioni vegetariane con carote, avocado, cetrioli e frutta secca.

Esistono diversi modi nel preparare il sushi, ad ognuno dei quali viene attribuito un nome che leggiamo su tutti i menu, come nigiri, hosomaki, uramaki e temaki. Sono tutte combinazioni di riso, alghe e ingredienti di vario tipo che compongono una portata sushi.

Molto importante è sottolineare che il sushi, a differenza del sashimi, impiega anche il pesce cotto. Sono infatti molto apprezzate le varianti che includono i gamberi in tempura oppure il pesce grigliato.

Il sashimi invece è un piatto tipico della cucina giapponese principalmente a base di pesce e molluschi freschissimi serviti crudi.

Il sashimi, essendo servito al naturale, mantiene intatte tutte le proprietà del pesce che gustiamo, ed il fatto che sia del semplice pesce crudo non significa che non possa essere accompagnato da altre pietanze. Infatti, tra esse, spicca il wasabi, una pianta di origine giapponese appartenente alla famiglia delle Brassicacee da consumare in piccole quantità in quanto piuttosto piccante.

I pesci più utilizzati per servire il sashimi sono i seguenti: Salmone, Calamaro, Gamberetto, Tonno, Sgombro, Polpo, Capasanta e Riccio di mare.